Portuense, direttrice stradale che collegava Roma al Porto (che collega, tutt’oggi) riserva agli occhi e alle orecchie che sanno vedere e ascoltare, storie e scorci delle nostre antiche tradizioni.
Chi ce le porge in modo chiaro e comprensibile – non solo da addetti ai lavori – sono il nostro ente di prossimità, il Municipio XI, la Soprintendenza speciale per i Beni Archeologici di Roma e l’associazione CamminArte.
E’ quanto abbiamo potuto sperimentare, provare e valutare oggi.
Non che ci fosse il bisogno di una valutazione di MVD – perché già elevato è stato in questi anni sia il tasso di partecipazione che il gradimento riscontrato tra i cittadini di fronte a queste iniziative – ma raccontare per esperienza diretta assolve a quello che è uno dei compiti di questo sito: informare, criticare e apprezzare quando è il caso, divulgare.
E a proposito di divulgazione c’è innanzitutto da fare un plauso alla efficiente, professionale e spigliatissima dottoressa Vanessa Zubboli, archeologa che collabora con la Soprintendenza e con l’associazione CamminArte.

Vanessa Zubboli, al centro e Antonello Anappo, a destra
E’ stata lei che oggi ha permesso ad un gruppo di cittadini del Municipio di apprezzare la Necropoli di Vigna Pia. La struttura – portata alla luce dopo una campagna di scavi svoltasi tra il 2000 e il 2006 si trova in prossimità del Ristorante La Carovana – presenta un insediamento con tomba famigliare e un insediamento con tomba collettiva dove si alternano loculi per incenerimento e per inumazione
A far da guida oltre alla Dottoressa Zubboli il sempre vulcanico Antonello Anappo, oggi direttore di Arvalia News, ma da sempre scopritore, estimatore e catalogatore di tanti tesori presenti nel Municipio XI e divulgati attraverso il sito arvaliastoria.it. Qui – sul sito – una preziosa descrizione della necropoli che vi invito a leggere a ricca integrazione delle mie brevi note personali.
Suggestiva la storia che ci racconta la Dottoressa Zubboli a proposito della tomba famigliare che Atilius Abiscantus volle per la moglie Atilia, tomba del III-IV secolo DC e che nel tempo si trasformò con successivi scavi e tagli nell’impianto musivo. E suggestive le storie raccontate che evidenziano il persistere di forme di sepoltura povere (tombe a struttura laterizia con copertura alla cappuccina) accanto a questa tomba più ricca. E come non riflettere su come i nostri antenati mantenevano il contatto “fisico e visivo” con i defunti attraverso appositi tubulum, spesso posti in prossimità del viso del defunto.
Muovendosi all’interno dell’insediamento – entrata da Via Bianchi – la mente è sospinta dai racconti a immaginarsi viandanti che, percorrendo la Portuense, sostavano attratti dalle epigrafi che invitavano a fermarsi per un ricordo del defunto e della vita che aveva percorso.
E poco più in là della tomba famigliare la tomba collettiva che raccoglie sia colombari per le urne cineree sia luoghi di inumazione. In questo insediamento spiccano per bellezza e interesse la struttura ad opera reticolata, la chicca dei bolli in cui campeggiano i nomi dei due consoli dell’epoca e poi gli affreschi.
Ma prima di parlare degli affreschi una menzione particolare va all’area della cucina che assolveva al compito di rifocillare i parenti dei defunti.
Tornando agli affreschi troviamo uno dei più belli cavalli marini, per lo meno del Municipio, che ornano le tombe e una ammiccante maschera dionisiaca. La dottoressa Zubboli si sofferma sulla ricchezza e sul tratto delicato di queste opere, frutto di artigiani dell’epoca che si organizzavano in botteghe itineranti.
A chiusura del tutto l’affresco raffigurante i pavoni, simbolo della carne che non si deteriora.
Insomma, ricca e interessante mattina quella passata visitando alcuni dei tesori del nostro Municipio. Qui a due passi da Marconi dove annoveriamo tra gli insediamenti di rilievo una villa romana i cui resti sono stati ritrovati su lungotevere Pietra di Papa. Affreschi e mosaici di questo ritrovamento sono conservati al Museo Nazionale Romano.
Ma soprattutto, il quartiere Marconi, è ricco di una storia spesso dimenticata e che riesce a vivere grazie a queste iniziative che Amministrazione e società civile riescono a organizzare. A proposito state sintonizzati perché a Gennaio 2015 (a fine Gennaio) dovrebbe riaprire il drugstore – lo spazio museale – che raccoglie i tesori derivanti dagli scavi archeologi su Marconi Portuense. Una nuova cornice luminosa che darà più valore ai diversi ritrovamenti.
qui un po’ di foto
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