Era settembre 2010 quando Marconivideodem ha dato conto dell’installazione di alcune antenne WI-FI lungo Viale Marconi e a Piazza della Radio. Questa iniziativa era sponsorizzata dal Centro Arvalia Marconi.
Marconivideodem incuriosito dall’iniziativa e dal logo ha testato in questi giorni il funzionamento di tali antenne ed ha cercato di saperne di più sul Centro Arvalia Marconi ed aiutato dalla rete dei suoi collaboratori (ah, la rete che bella invenzione!) ha pescato per voi le seguenti informazioni.
Il Centro Arvalia Marconi è una forma di associazione tra commercianti che si associano in un Centro Commerciale Naturale (CCN) . Ma cosa è un CCN?
“un Centro Commerciale Naturale è denominata qualsiasi aggregazione di negozi e pubblici esercizi che si trovano nella stessa area urbana: un centro storico, una via particolarmente densa di negozi, un’area urbana ben delimitata che nel corso del tempo si è qualificata naturalmente come area di shopping. Legalmente questo insieme naturale di negozi si trasforma in un vero e proprio Centro Commerciale Naturale quando gli esercenti si raggruppano in un’associazione per coordinare azioni di intervento comuni per favorire lo sviluppo economico e strutturale dell’area, al fine di incrementare l’affluenza dei clienti.”
Ora che il fine ultimo sia quello di incrementare l’affluenza dei clienti non è di per sé disdicevole; è ovviamente una iniziativa privata che cerca la sua renumerazione e che nel gioco dell’offerta/domanda dovrebbe essere in grado attraverso adeguati investimenti – privati – di ottenere un guadagno.
D’altro canto, però, la costituzione dei Centri Commerciali Naturali è contemplata da una legge regionale LR 28 aprile 2006 che prevede all’articolo 113 (Interventi regionali per la valorizzazione ed il potenziamento dei centri commerciali naturali):
(…) la Regione finanzia programmi per la valorizzazione ed il potenziamento di centri commerciali naturali, presentati, previa concertazione con le parti sociali interessate, dai comuni (…)
Leggendo queste dichiarazioni:
“(…) La risposta di sinistra è che l’istituzione appoggi la creazione di infrastrutture che facilitino la ripresa del commercio al dettaglio, invogliando i clienti a scendere in strada, a fidarsi della qualità dei prodotti e del rapporto confidenziale con il commerciante.
Il commercio di prossimità non può soccombere alla crisi, perché c’è tutta una fascia di popolazione che del negozio sotto casa non può fare a meno, e sono proprio le categorie più svantaggiate ad avere questa necessità (…)”
rilasciate dal Presidente Paris nel 2009, non si può che essere d’accordo nel valutare positivamente il sostegno ad una categoria economica, ad uno dei soggetti/attori che intervengono nel quadrante Marconi.
E l’accento però cade solo su uno dei soggetti/attori del quadrante Marconi.
Nello stesso articolo però questa unione tra soggetti/attori si salda in un giro che esclude la parte essenziale del quartiere Marconi, i cittadini residenti. Infatti, la dichiarazione che questa unione debba mettere
“insieme i commercianti tra di loro, insieme le associazioni con le istituzioni, insieme istituzioni periferiche e istituzioni centrali” (cfr. Presidente del Consorzio Arvalia, Mina Giannandrea)
non considera minimamente chi dovrebbe apportare benefici alla categoria economica: i consumatori o per meglio dire i cittadini.
Insomma una battaglia tra grande distribuzione e catene commerciali, da un lato e i commercianti di vicinato dall’altra parte. Questi ultimi riuniti in un nuovo “sindacato” chiamato Federstrade (rif. Corriere della sera) la cui missione è quella di tutelare “il piccolo imprenditore del commercio viene schiacciato dai macro interessi dello shopping compulsivo”. Una iniziativa se vogliamo lodevole.
Resta però il dato di fatto che nel quartiere Marconi spesso si è riservata una attenzione al mondo del commercio che è apparsa a volte esagerata anche al circolo territoriale PD Marconi che nella relazione congressuale del suo segretario Carla Boto – eletta a novembre 2010 – osservava:
(…) Quello che noi constatiamo è il sorgere di megacentri commerciali (Galleria Marconi, ex Molini Biondi) che, di fatto in un quartiere già patologicamente a vocazione commerciale (con negozi a cielo aperto) non si affermano e falliscono.
Ed in tutto questo osserviamo critici la miopia di aver dialogato o privilegiato quali destinatari di una politica di interventi più consistenti la categoria dei commercianti (spesso non residenti nel quartiere e – per ricorre ad un po’ di piccolo cabotaggio demagogico- neppure elettori in municipio), piuttosto che quella dei residenti (…)
Ma torniamo alla istituzione del Centro Commerciale naturale, alle sue finalità e al suo finanziamento.
Abbiamo già citato la Legge Regionale n.4 del 2006 e sulla base di questa la Regione nel 2009 approva i finanziamenti concessi ai CCN nel Lazio; tra questi il progetto “Roma 15 Arvalia Portuense” si classifica al 106 posto su 137 ed avrà 250.000€ di finanziamento.
Ora vi ricordate quando abbiamo parlato di “al fine di incrementare l’affluenza dei clienti”?
In che modo pensa il CCN di raggiungere questo obiettivo? Bene, leggendo queste pagine emerge chiara una linea di condotta del CCN :
“ (…) Il progetto del CCN prevede una serie di interventi prima di tutto di carattere strutturale quali:
- Miglioramento della capacità ricettiva attraverso la costruzione di parcheggi sotterranei
- Miglioramento dell’arredo urbano in particolare con la ripavimentazione di marciapiedi e la posa di panchine e di nuova illuminazione stradale
- Ricollocazione e miglioramento dei contenitori per la raccolta dei rifiuti urbani
- Ridefinizione e ristrutturazione delle aree verdi/aree gioco per bambini
- Rifacimento del mercato in via Carrè
- Identificazione di aree pedonabili
- Identificazione e circoscrizione e delle aree dedicate agli ambulanti
- Segnalazione del perimetro del CCN attraverso banner, totem, vetrofanie, segni distintivi che connotino tutta l’area coinvolta (…)”
Ora qui, considerando il forte coinvolgimento del CCN sulla vicenda del PUP Fermi (parcheggi sotterranei) che si è concretizzato in varie iniziative di promozione del PUP Fermi tenutesi nel quartiere (p.es dicembre 2010), qualche domanda sorge spontanea.
1) La prima domanda, o meglio semplice curiosità è capire dove è il mercato di via Carrè.
2) La seconda osservazione è capire come sono stati utilizzati i 250.000 €
E’ un finanziamento pubblico, nostro, dei cittadini. E’ giusto conoscerne l’effettivo utilizzo.
A memoria (e quindi con il beneficio del dubbio) le iniziative che si ricordano sono quelle relative alle chiusure di viale Marconi, all’organizzazione di eventi di intrattenimento e ad alcune iniziative sul tema sicurezza.
Per le antenne WI-FI quella su Piazza della Radio viene vista (prova con smartphone) e consente l’accesso ad Internet, quella su Viale Marconi, altezza Feltrinelli viene vista ma non consente accesso ad Internet.
3) Una terza considerazione investe la finalità di costituzione dei CCN e se vi ricordate la frase del Presidente Paris:
“invogliando i clienti a scendere in strada, a fidarsi della qualità dei prodotti e del rapporto confidenziale con il commerciante”
ciò lascia intravedere un rapporto consumatore-negoziante basato sulla conoscenza, sulla quotidianeità, sulla stretta localizzazione. Insomma un rapporto che è il contrario di quello che prevede – attraverso la costruzione dei parcheggi sotterranei – l’afflusso di consumatori da fuori.
“ (…) migliorare l’accoglienza ai consumatori e quindi invogliarli a venire a fare acquisti qui e non in altri centri commerciali tradizionali … attraverso la realizzazione di parcheggi sotterranei (…)”
è quindi il motivo portante dell’interesse del Centro Arvalia Marconi nel sostenere e promuovere l’idea di parcheggi sotterranei come quello di via Enrico Fermi.
E poi chi lo dice che è questo il modo per attrarre tali consumatori?
Una zona commerciale come Viale Marconi potrebbe beneficiare ai massimi livelli di linee di trasporto rapide, efficaci, magari aiutate da corsie preferenziali o da bus navetta da e verso le stazioni metro o ferroviarie.
4) Una quarta considerazione da fare è che tutti i punti citati nel progetto CCN oggi rappresentano situazioni – a due anni di distanza – che vedono un profondo disagio dei cittadini di Marconi. E’ ovvio che il disagio non è provocato dal CCN ma è talmente ovvio anche che quei punti progettuali (che costituivano l’asse portante della domanda di finanziamento) non hanno trovato una benché minima soluzione o progresso.
Ed anche qualora si volesse considerare positivamente la proposta dei parcheggi sotterranei come si configura a via Fermi (al momento comunque rinviata per l’opposizione dei cittadini della stessa via) verrebbe meno la finalità di agevolare la sosta residenziale a favore di una specie di migrazione del flusso dei consumatori.
Vieni, sosti, compri, te ne vai è il succo della proposta del CCN a proposito di parcheggi. Con tutto ciò che ne consegue a livello di congestionamento del traffico.
Ed allora sarebbe opportuno invece dar voce e gambe a quelle proposte che ad esempio molti cittadini avanzano: prolungamento tram 8, corsie preferenziali, metro, regime della sosta controllato e sanzionato.
Sono proposte messe nero su bianco. Per esempio il PD Marconi in un suo ordine del giorno sulla mobilità o la mozione presentata da PD e Lista civica in municipio XV dove si chiedeva un impegno:
- per ripristinare il finanziamento di opere essenziali come il prolungamento della linea 8 (sfioccamento) verso Marconi e la realizzazione della Metro D e la relativa fermata a Marconi;
- per studiare ed istituire strumenti ed incentivi finalizzati al recupero di spazi per la sosta utilizzando locali (anche condominiali) originariamente destinati a parcheggio e di fatto utilizzati a scopo commerciale;
- per istituire la corsia preferenziale su Viale Marconi in direzione Eur
In fondo alla fine sono questi gli strumenti utili per ridare dignità ad un quartiere dove congestione del traffico ed inquinamento sono al livello di guardia.
Se poi dovessimo sintetizzare per punti molto sintetici le relazioni CCN-Istituzioni-CAM verrebbe fuori un quadro che non è il massimo della chiarezza e che impone una ultima domanda finale:
- un soggetto privato (CCN) ottiene – rispondendo ad un bando di gara – soldi pubblici per la valorizzazione ed il potenziamento di centri commerciali naturali (in poche parole promuovere la crescita dei propri affari)
- tale crescita di affari potrebbe essere agevolata dalla costruzione di parcheggi sotterranei, come dichiara il CCN mettendolo al primo posto degli elementi qualificanti della propria domanda di finanziamento
- le Istituzioni promuovono e CCN appoggia la costruzione di tali parcheggi privati affidati ad un altro soggetto privato (potrebbe essere qualsiasi soggetto privato, qui è la CAM)
La domanda d’obbligo è allora: quale è e dove è l’interesse collettivo?
In riferimento a quanto scritto qui sopra, cerco di fare un pò di chiarezza sulle cose che sono state scritte, facendo una piccola premessa: smentisco nella maniera più categorica che il CCN ARVALIA abbia tra i punti presentati per il bando regionale, la costruzione di parcheggi sotterranei, purtroppo l’articolo che è stato pubblicato su fallosapere.it è un articolo prova redatto dalla società che si sta occupando di realizzare il portale per il Consorzio dei commercianti.
Grazie alla vostra segnalazione, visto che io non lo avevo notato, ho prontamente segnalato il tutto alla Società affinchè mettesse off-line l’intera pagina, visto che oltre all’inesattezza su i parcheggi ne presentava anche altre, mi è stato assicurato che sarà fatto il prima possibile.
Tengo a precisare comunque la totale estraneità del consorzio rispetto all’esecuzione del PUP, l’unico ruolo esercitato da esso è stato quello di far presentare il progetto a tutta la categoria del commercio del quadrante marconi non facendo distinzione tra chi è consorziato e chi no. Logicamente per interesse commerciale la stragrande maggioranza dei commercianti del quadrante è assolutamente favorevole alla realizzazione di parcheggi, ma solamente per sviluppo commerciale in quanto la possibilità di una facilitazione di parcheggio rappresenterebbe un appeal per chi vuole venire a fare shopping in questa zona.
Riceviamo la risposta di Marcozzi che pubblichiamo.
Su queste pagine non si è parlato di ruolo del CCN nell’esecuzione del PUP (la costruzione è affidata ovviamente ad una ditta privata) e Marcozzi però conferma tutto l’interesse del CCN sulla costruzione del parcheggio interrato su Via Fermi perché con quel parcheggio vorrebbero – come da loro stessi riportato – ampliare il volume d’affari.
Sarebbe interessante sapere se questa leva (i parcheggi come appeal per l’incremento del volume d’affari) sono obiettivo appartenente all’atto costitutivo del CCN.
E’ strabiliante come in una – diciamo – pagina di prova vada a finire un testo non veritiero (quasi da citazione per danni).
Nel momento in cui si procede alla costruzione di un parcheggio (sotterraneo o meno) che rientra in un programma pubblico il massimo privilegio dovrebbe andare ai residenti ed ai cittadini.
Sono appunto due interessi totalmente divergenti come evidenziato dall’articolo di marconivideodem.
Torna quindi la domanda base: quale è l’interesse pubblico? e questo è preminente sull’interesse privato?
La domanda assume una particolare rilevanza anche in virtù dell’ordinanza commissariale nr. 357 del 6 dicembre 2010 in cui il sindaco Alemanno deroga dal vincolo di pertinenzialità con buon pace dei cittadini residenti.
Ed ancora ,visto che i regolamenti di presentazione delle domande privilegiavano gli interventi in materia di parcheggi e che lo stesso CNN è favorevole a questi, è disponibile il CCN a favorire altre forme di sosta, a studiare altre soluzioni che non siano quelle del PUP Fermi?
Ed ancora: è sicuro il CCN che l’incremento di clientela avvenga per il tramite di parcheggi (riservati?) e non di un efficiente servizio pubblico di trasporti? o di una seconda corsia preferenziale su Marconi (dal centro verso l’EUR) o di navette che colleghino metro/ferrovie e Marconi?
Insomma le domande poste da marconivideodem rimangono sempre attuali ed evidenziano come le pressioni lobbistiche sul quartiere siano sempre forti e spesso non in sintonia con un sviluppo corretto ed equilibrato del quartiere.
Che i negozi di Marconi si adoperino per migliorare i loro affari mi sembra abbastanza logico,quello che non ritengo giusto e la mancanza del Municipio nel tenere in debito conto le esigenze dei cittadini residenti.Per esempio al CCN cosa interessa il notevole inquinamento presente nel quartiere.Perchè non vengono presi provvedimenti in materia.Avvisiamo anziani e bambini a non frequentare il nostro quartiere a difesa della loro salute!!!
Salve, scusatemi ma è nella mia natura capire bene le cose. Chi è questo daniele marcozzi? Ho visto che è uno del pd. Perchè parla a nome dei commercianti?
Vorrei dare un consiglio al sig.Marcozzi.
Oltre a far rimuovere l’articolo, dica al sito fallosapere.it di cambiare nome in “fallosapereinprova.it”.
Sono sicurissimo della vostra buona fede, che volevate fare le prove e vi siete sbagliati, può succedere.
forse si sono sbagliati e volevano scrivere “attraverso l’apertura del parcheggio sotterraneo abbandonato di via blaserna”, e non “attraverso la costruzione di parcheggi sotteranei”, ne sono sicuro, vero sig.Marcozzi?
lo sò sembrerà un “coup du tranchant” ma vogliamo capirlo o no che urbanisticamente parlando il rimedio per marconi potrebbe essere solo il napalm!? Ovvero la demolizione selettiva di parte dell’enorme cementificazione anni 60? Se non si capisce questo ho paura che le ipotesi di sviluppo del commercio, capace di attrarre da altri quartieri sarà sempre più una chimera…quindi PUP tutta la vita a patto che arrivi anche il prolungamento dell’8 fino al cinodromo.
Stefano, sono d’accordo con te, e aggiungo che il napalm ci vorrebbe per mezza Roma e anche per quella che stanno costruendo.
Però non si può ragionare pensando a quello che vorremo che fosse stato, bisogna ragionare pensando a “QUI E ORA”.
Ah…aggiungo che la prima cosa per cui io userei il napalm, sono i PUP, quindi , fondamentalmente, sono contrario a tutto quello che dici
[…] Tornando alla festa del cioccolato ed al suo patinato programma non posso non rilevare come anche in questo caso il Centro Arvalia Marconi sia in primo piano come partner, ma soprattutto come “regista”. E ne avevo parlato già nell’aprile del 2011, qui. […]